Santa Maria Capua Vetere, 31 maggio 2013 – Non saranno pazze, come le loro cugine, ma di certo non sono sane. Anche se hanno fatto di tutto per farle sembrare tali. Sono bufale. Bufale malate, affette da brucellosi. Ma accorgersene non è stato così facile. Con massicce dosi di vaccino, infatti, la loro patologia era stata nascosta, quanto meno occultata ai periodici controlli sanitari. Un trucco finalizzato, ovviamente, ad evitare l’abbattimento dell’animale infetto, come invece previsto dal programma europeo di eradicazione della brucellosi per eliminare il rischio di infezione. In questo modo il batterio era presente nel latte prodotto dall’animale, con evidente pericolo per il consumatore. La brucellosi viene di solito eliminata con la pastorizzazione del latte. Il sistema criminale smascherato dalla forestale ha favorito la permanenza del batterio negli allevamenti e negli altri luoghi di lavorazione del latte infetto, con conseguente pericolo di contaminazione anche per gli stessi operatori che manipolano il latte. Un’indagine meticolosa, condotta dal corpo forestale dello Stato sotto la direzione della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere. Da un’analisi di oltre ottocento campioni di sangue prelevati su altrettante bufale, è emerso in particolare che il vaccino era stato somministrato agli animali in età adulta, malgrado l’Unione Europea consenta, e solo in alcune zone del Sud Italia, la somministrazione di vaccino limitatamente alle bufale in età compresa tra i 6 e i 9 mesi e con il rispetto di protocolli gestiti dalle autorità sanitarie locali. Ma non è finita. I titolari dell’allevamento non solo nascondevano la malattia infettiva delle bufale, ma dopo aver sfruttato gli animali per ricavarne più latte possibile, procedevano al loro abbattimento al solo scopo di percepire i contributi previsti dall’Unione europea. Le bufale sequestrate saranno sottoposte a uno speciale protocollo operativo, che sarà gestito dall’Istituto Zooprofilattico di Teramo, centro di eccellenza per la prevenzione della brucellosi.
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